Dialogo educativo

Dialogo educativo.

Una parte della didattica che va considerata, e che certe volte fa la differenza è il dialogo a fini educativi con gli alunni. Spesso propensi alla contestazione di tutto e a violare le regole scolastiche, che purtroppo devono essere osservate per poter fare lezione con la massima serietà, per garantire un minimo di spiegazione ai discenti.   Si parte da una attenta osservazione della situazione della classe, nonché, dei suoi singoli componenti. Un punto di inizio consiste nell’iniziare ad individuare i soggetti irrequieti e quelli tranquilli, che devono essere trattati in diverso modo. Gli irrequieti spesso hanno timore che il troppo lavoro generi in loro stress, mentre e secondi sono preoccupati di non poter imparare nel miglior modo possibile a causa della distrazione arrecata loro dagli irrequieti. L'osservazione ha inizio con il primo giorno e termina con l’ultimo giorno di scuola. Quindi un buon docente deve sempre essere attento alla situazione della classe, che col tempo può anche cambiare. Occorre anche individuare i ragazzi con diverso credo religioso, comunque un elemento da osservare. Tenendo sempre presente che una diversa fede non è un elemento importante, anche se può essere elemento di separazione, che si deve saper gestire. Ma generalmente i ragazzi hanno delle problematiche che esulano da questo campo. Comunque dobbiamo sempre partire dal concetto che ogni discente a diritto di credere in ciò che vuole, sia esso un credente oppure no. L’ascolto è un altro elemento da usare, i ragazzi tendono ad prestare attenzione e rispettate chi li ascolta. Gli alunni sono sensibili anche a chi li accoglie e cerca di venire incontro alle loro problematiche, anche tra ragazzi. Gestire le problematiche è importante, ai fini di una lezione serena, perché elimina il senso di abbandono che regna in molte scuole italiane. Ogni insegnante è per i ragazzi in classe un punto di riferimento, e prima di muoversi tenderanno a ricercare la figura del docente.  Un altro elemento e parlare, o meglio dialogare con i giovani in modo da far capire torti e ragioni, senza dare la ragione ho il torto a nessuno. Dobbiamo ragionare sia con la parte più incline all’ascolto, sia con quella meno propensa. Elementi di stima o di comprensione delle loro capacità sono un fattore molto importante non si deve mai sottovalutare o sminuire un discente, ma solo considerarlo un alunno che si impegna, oppure no. L’individuazione di problematiche riconducibili ad un deficit, oppure a tematiche legate ai disturbi dell’apprendimento è un'altra cosa da individuare e gestire. Molto spesso ragazzi turbolenti o particolarmente chiassosi sono anche appartenenti a categorie protette, quindi meritevoli di considerazione. Questi ragazzi devono però essere gestiti, perché molte volte sono proprio la causa della rumorosità di una classe. Un compito molto importante per un docente è individuare mezzi dispensativi o compensativi in grado di garantire un sereno e completo apprendimento anche agli alunni BES. Un altro elemento da capire e l’ambiente di provenienza di un ragazzo di modo da comprendere  se ci sono problematiche ambientali, che possono interferire con il comportamento e rendimento scolastico di un discente. Il linguaggio usato è ugualmente importante per meglio trasmettere il messaggio educativo. A tal riguardo occorre usare un linguaggio quanto più chiaro possibile. Adeguandosi sempre agli elementi desunti dall’osservazione. E ricercando sempre una dialettica quanto più mirata a trasmettere un messaggio di distensione. Naturalmente il dialogo educativo è sia fonte di risoluzione di problematiche, che mezzo quotidiano da adoperare per poter fare lezione.

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