Problemi con il dettato
Problemi riscontrati nel dettato
Problemi riscontrati nella dettatura con alunni con problemi di linguaggio. Per ovvie ragioni di privacy e di rispetto verso i ragazzi diversamente abili si tace sulla loro identità.
Ho riscontrato problemi con molti suoni e con la loro grafia che dai miei alunni non sono stati metabolizzati, un po per mancanza di esercizio, un po’ perché richiedono tempi di apprendimento più lunghi, con pause che devono essere calibrate, per non creare malesseri.è da tenere presente che con questi ragazzi è necessario procedere per piccoli passi, perché come l’esperienza mi insegna anche una commessa semplicissima, per loro può essere un grande sforzo e può creare seri problemi di stanchezza. Inoltre non dobbiamo dimenticare l’ambiente classe, spesso rumoroso e che per i ragazzi integrati richiede uno sforzo maggiore per mantenere quel complesso sistema di relazioni personali che l’amicizia richiede. Mentre per i ragazzi non integrati la classe è fonte di stress, specie se si creano rapporti oppositivi fra lui ei compagni. Lavoro non è facile, anche se devo dire che dai dialoghi e confronti avuti con i miei colleghi di classe, essi mi propongono di tentare con disegni e puntare sulla manualità, abilità che devo però rilevare i ragazzi già posseggono. Queste rilevazioni devono essere tenute in debito conto e dopo averle ponderate attentamente, perché un clima sereno è fondamentale per una buona riuscita del mio lavoro. O così voluto concentrare i miei sforzi sulla dettatura e copia per poi passare in un futuro, spero prossimo alla produzione autonoma di piccoli elaborati, frasi semplici, cioè soggetto più verbo e complemento. Ma per ora mi concentro sull’acquisizione della scrittura guidata.
E parlo di dettatura in cui ho riscontrato diverse difficoltà con molti suoni. Come: gn, gl, sc, gh, e diagrammi e triagrammi con consonanti e vocali. Che mi hanno portato, unite con la ripetizione continua della stessa sillaba, non pochi problemi di stanchezza. Dovendo minimizzare lo sforzo mio e quello del discente ho analizzato come la sillaba è pronunciata alla ricerca di un metodo che semplificasse il lavoro. E riporto alcune osservazioni personali sul suono gl.
Suono gl : posizionare la bocca come per pronunciare una “gi”, e poi pronunciare un suono a metà strada fra una gi ed una elle. Mentre nel suono gi il tono della voce e discendente nel suono gl il tono della voce è ascendente. Per la cronaca la grafia gl è detta in generale diagramma.
Poi ho ideato o forse ricordato un altro metodo che sembra avermi ridotto la fatica.
Dettatura lenta e sillabata, che io chiamo a rallentatore, usabile con alunni con problemi di linguaggio. Impiegata solo per i dettati sembra facilitare la produzione della scrittura. Il metodo ad una spettatore estraneo sembra goliardico, ma in realtà si sta mettendo in atto una strategia seria, per semplificare il lavoro di dettatura del docente e quello di trascrizione del discente.
Il metodo consiste nel rallentare il flusso locutorio, sillabando l'emissione del suono fino a che il ragazzo non scrive correttamente la sillaba che pronunciamo. Occorre specificare bene le sillabe semplici e quelle complesse, cioè composte da due o tre consonanti, o anche da due o tre vocali insieme. Mentre le sillabe sono pronunciate occorre sibilare il suono fino a che l’alunno non comprende il suono che deve scrivere. Occorrerà pronunciare lettera per lettera i segni che compongono una sillaba complessa. Quando il suono e assimilato la sillaba va pronunciata correttamente.
Altri suoni che danno una certa difficoltà sono: gn, gl,ch, gh, sc, perché sono difficili da specificare, avendo una pronuncia particolare. E che danno gli stessi problemi della gl.
Questi suoni generano confusione k, t, d, b, s, perché possono essere confusi fra loro.
Un altro problema rilevato è sapere quando una parola deve essere staccata in fine di riga. Molti alunni disgrafici hanno questo problema. Certo il problema è aggirabile non staccando la parola e lasciando così, quello spazio vuoto in fine di riga. Però trattando con ragazzi con difficoltà questa soluzione non è molto comoda perché il discente potrebbe voler usare quello spazio e per assecondarlo e bene spiegargli come fare una divisione di parola in fine riga.
Due lettere che creano una grande confusione sono la c e la g, queste due consonanti a seconda della vocale che le segue assumono un suono aspro o dolce. Grazie all’uso e all’abitudine impariamo a distinguere i due suoni acquisendo quegli automatismi che ci consentono di scrivere correttamente. Ho imparato che quando la c e g sono seguite da vocali come la o, a, u, generalmente hanno un suono aspro, mentre con vocali come i ed e che le seguono queste due consonanti assumono un suono dolce. Mentre se seguite dalla consonante h che in italiano è muta ha un suono aspro.
Il suono aspro della c è uguale al suono della k. Questa consonante esistente nell’alfabeto italiano ed è in realtà poco usata per ragioni storico -linguistiche legata alla fonetica latina. In un precedente articolo ho parlato delle consonanti: kappa e ci.
Un altro suono che genera confusione e la q generalmente usata seguita dalla vocale u. Anche qui l’uso permette di creare automatismi che ci consentono di scriverla bene.
Generalmente specifico se si tratta del suono cu o qu richiamando una parola che inizia con le iniziali di uno dei due suono. Un metodo semplice per ovviare all’inconveniente.
Devo rilevare che le sillabe semplici composte da vocale più consonante non danno grandi problemi e sono di facile assimilazione da parte di alunni, con problemi di grafia più semplici. Esempi di queste sillabe sono: ci, gi va, me ecc.
Ma nella lingua italiana esistono anche sillabe complesse, composte da triagrammi di consonanti o vocali e li il discorso è insormontabile. Un semplice metodo consiste nello staccare questi triagrammi, ma l’efficacia varia da alunno ad alunno. Un metodo per far acquisire queste sillabe può essere la copia, ma non sembra aver dato buoni risultati. A causa, del il grado di stanchezza del discente, in un dettato occorre anche tener presente questo fattore, che fa calare drasticamente le sue potenzialità. E non sembra essere utile dargli delle pause visto che parecchi alunni, necessitano di tempi di ripresa piuttosto lunghi. Però anche in questo caso devo dire che i tempi di ripresa sono personali ed ogni ragazzo ha un suo modo per staccare la spina.
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